giovedì 12 novembre 2015

GENOVA STORICA E GOLOSA: LA POLLERIA ARESU

A Genova esistono botteghe che hanno una storia.
Non solo antica, nel senso che persistono da lunghi anni, ma anche storie di persone che fanno del loro lavoro una passione e una saggezza da tramandare di generazione in generazione.
Come la Antica Polleria Aresu, ovvero da Sergio e Anna.

Salite su da Piazza di Soziglia, infilatevi in quel budello che è via Macelli di Soziglia, piena di  negozietti che vendono ogni ben di Dio alimentare, continuate fino in fondo alla via, e fermatevi all'angolo, dove comincia Vico del Ferro, all'incrocio con Vico della Speranza.


Una piccola, ma fornitissima vetrina espone ogni tipo di merce possibile e immaginabile, lasciatevi tentare ed entrate.


Il signor Sergio con la moglie Anna, terza generazione, e i giovani coniugi Matteo e Silvia, quarta generazione vi accoglieranno a braccia aperte, consigliandovi il migliori tagli di carne bianca per le vostre cene.
E non fermatevi con lo sguardo, spaziate dal soffitto al pavimento: questo negozio è davvero uno splendore.


Sembra di entrare in un quadro del 500: le maioliche bianche alle pareti, risalenti al 1900, mensole e monili vari riempono la scena, ma il bancone, sarà colui che maggiormente catturerà il vostro sguardo. Splendido, di marmo bianco, circondato da losanghe verdi, risalente all'apertura dell'attività che non ha subito cambiamenti nel tempo.


La Bottega nasce nel 1910, quindi, siamo a ben 105 anni di attività, guardate che meraviglioso ricordo mi mostrano: la zia Maddalena all'opera nel 1958.


Osservate attentamente la manica sinistra della signora: ha una macchia. Il nipote Sergio mi rivela di quanto quel giorno sua cugina fosse arrabbiata a causa di quella macchia di sangue di lepre sul camice da lavoro. Nel 1958, la lavatrice, non era presente in tutte le case e come si sa, il sangue non è semplice da togliere dagli abiti.

Successivamente, Matteo, figlio di Anna e Sergio, con grande orgoglio, mi racconta di queste porte originali di legno che erano vere e proprie ghiacciaie: suo zio, negli anni '50, comperava i blocchi di ghiaccio, i quali, nelle porticine sottostanti, venivano infilati per assicurarsi 4-5 giorni di merce "al fresco".
Ora però sono state tramutate in fruigoriferi.
Roba di altri tempi, mi viene da chiedermi veramente, come si facesse a conservare la merce fresca, quando ancora non esistevano i frigoriferi..

.
...poi, spegne le luci e afferra un "aggeggio" particolare...
Uno specchiauovo! Unico nel suo genere, e penso che ne esistano davvero pochi in giro.


Mi racconta che quest'attrezzo, originale, prima alimentato da una candela, ora convertito all'elettricità, serve per controllare la freschezza delle uova.


Avvicina un'ovetto alla fessura con la luce e, sempre con la passione per il suo lavoro che lo contraddistingue, mi spiega come si può capire se un uovo è fresco. Mettendo l'uovo nell'incavo del cilindro illuminato, si vede in controluce la dimensione dell camera d'aria contenuta all'interno del guscio, tanto è più piccola e sottile, tanto più l'uovo è fresco.
Ma spiegata da me, perde un po' di poesia.


Nel frattempo, il padre Sergio, con la flemma del puro genovese, continua indisturbato a lavorare al suo banchetto, disossando conigli, facendo a pezzi faraone e quant'altro, con una maestria che possiede solo chi fa il suo lavoro da una vita.


Continuate ad osservare, qui è uno splendore per lo stomaco e per gli occhi.
Dietro il bancone, troverete antiche pentole di coccio, oramai in disuso, ma che signora Maddalena usava...  mentre sopra, a catenella sul soffitto, il viagra dei poveri, il peperoncino, dona ancora più allegria a tutto il locale.


Le uova bianche delle galline livornesi, ovvero le vere uova italiane, una volta, mi spiegano, erano tutte così, poi, sono state introdotte dall'estero quelle più beige che oggi utilizziamo comunemente sulla nostra tavola,


C'è veramente da perdersi, dietro i racconti e l'esperienza di questa famiglia.


Ma le sorprese non finisco qui. Non esitate a chiedere una ricetta! Matteo sfodererà un quadernino con le ricette della mamma tutte scritte a mano, e saprà donarvi la migliore per il vostro pezzo di carne appena comperato!


Spero di non aver dimenticato nulla, su quest'antica bottega.
Sappiate che verrete serviti da persone gioviali e molto disponibili in un clima di pura allegria! Con competenza, perchè dalla Polleria Aresu, si da veramente importanza al prodotto: i titolari, acquistano solo carni piemontesi che poi loro lavorano, quindi freschezza e qualità assicurata.

Che dite vi ho fatto venirte un poco di voglia di farci un salto?

Ah... dimenticavo, la ricetta di Anna, della Faraona al Verde, beh, secondo voi, potevo non farla? Più tardi il link!

E buon giro!

Polleria Aresu 
Da Anna E Sergio 
Vico Inferiore del Ferro 1
16123 Genova 
Tel. 0102474246






5 commenti:

  1. Bellissimo tuffo nella tradizione, amo la nostra città con tutte queste piccole realtà che al giorno d'oggi fanno tanta fatica ad andare avanti in un mondo dove sembra che contino solo i soldi e quindi tutto viene fatto per quello. Tu hai raccontato di una passione, di tradizione, di qualità e tutto questo dovremmo difenderlo con i denti e le unghie proprio come hai fatto tu col tuo racconto!! Grazie Lara!!

    Un abbraccio
    monica

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    Risposte
    1. Ho ideato questo post, al quale ne seguiranno altri. proprio per onorare il lavoro di questi piccoli commercianti e artigiani! E ricordarci tutti che bisogna andare a comprare nelle botteghe più spesso! Baci!

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  2. Veramente ben scritto e con passione. Complimenti.
    Valter T.

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